Sono sempre più frequenti le esternalizzazioni dei rischi legati all’aumento della longevità dei piani pensionistici britannici. E ci si aspetta che molti altri Paesi ne seguano l’esempio.
Nel 2011, anno record per volume di “longevity swap transaction” nel Regno Unito, sono stati esternalizzati rischi legati all’aumento dell’aspettativa di vita per un ammontare di 7 mld di sterline (8,45 mld di euro), secondo i dati forniti da Aon Hewitt. Le transazioni hanno visto il coinvolgimento di assicurazioni e istituti di credito, i quali, secondo la logica delle “longevity swap transaction”, dovrebbero assorbire i costi del sistema pensionistico nell’eventualità che i sottoscrittori dei piani vivano più a lungo dell’aspettativa di vita media.
Il ricorso a questo tipo di soluzione è in aumento in Gran Bretagna, se si pensa che nel 2010 il volume totale di “longevity swap transaction” ha raggiunto 4,3 mld di sterline (5,2 mld di euro) – il 2011 ha quindi registrato un rialzo del volume di “longevity swap transaction” del 61%. “C’è stato un numero di transazioni tale da aver raggiunto un volume critico”, ha commentato Martin Bird, direttore del gruppo di analisi del rischio di Aon Hewitt a Londra.
I fondi pensionistici in Olanda e, in misura minore, negli Stati Uniti, stanno considerando il ricorso ad una soluzione simile, ma finora nessun piano ha trovato effettivamente applicazione, hanno aggiunto consulenti e assicuratori esperti nel settore. “Le preoccupazioni legate all’aumento dell’aspettativa di vita non sono così forti negli Stati Uniti come lo sono in Gran Bretagna”, ha spiegato Phil Waldeck, vicepresidente della divisione pensioni e soluzioni strutturali presso Prudential Financial Inc.
Tipicamente, in un “longevity swap” il fondo pensionistico eroga una serie di pagamenti per un periodo corrispondente all’aspettativa di vita dei pensionati. In cambio, l’assicurazione o l’istituto di credito garantiscono l’erogazione delle pensioni per tutta la durata di vita effettiva degli aderenti al fondo, ha spiegato Bird.
Norme più stringenti nelle valutazioni mark-to-market (ovvero quelle variazioni di prezzo che tengono conto degli andamenti del mercato) e la maggiore trasparenza richiesta ai piani pensionistici britannici sono alla base dell’aumento del riscorso al “longevity swap”. E, naturalmente, all’aumento della domanda di “longevity swap” è corrisposto un aumento dei player sul mercato. Fra le società che hanno iniziato a fornire “longevity swap” figurano Goldman Sachs, Deutsche Bank, Morgan Chase e il gruppo Credit Suisse. Sul fronte assicurativo, troviamo in prima linea Swiss Re e Prudential.
Anche Legal & General Group si sta lanciando nel mercato del “longevity swap”. “I fondi pensionistici più piccoli corrono rischi maggiori legati all’aumento dell’aspettativa di vita”, ha spiegato Tom Ground, responsabile del business development dell’ufficio londinese di Legal & General, in quanto aumenta il rischio che alcuni aderenti al fondo vivano più a lungo di quanto previsto.
“La crisi economica ha evidenziato i rischi corsi dal sistema pensionistico, uno dei quali è proprio l’aumento della longevità delle persone”, ha detto Bird. Ogni anno di incremento sull’aspettativa di vita corrisponde ad aumento delle spese pensionistiche compreso fra il 3 e il 5%, secondo le stime.
Ma se finora si è fatto ricorso al “longevity swap” per ridurre i rischi legati agli aderenti ai fondi pensionistici che già ne usufruiscono, non è stata trovata alcuna soluzione efficiente per far fronte all’aumento della longevità dei membri più giovani. Tuttavia, c’è maggior incertezza sull’aspettativa di vita dei più giovani, ha precisato James Mullins, partner dello studio di consulenza specializzato in soluzioni pensionistiche Hymans Robertson di Birmingham. Una soluzione potrebbe essere il ricorso al “longevity swap” tenendo presente degli indici dell’aspettativa di vita, piuttosto che l’effettiva aspettativa di vita dei membri del fondo.
Nel frattempo si profila un 2012 di intensa attività in tal senso, dopo che nel 2011 alcune delle maggiori imprese britanniche hanno fatto ricorso al “longevity swap” per far fronte all’aumento della longevità dei membri dei fondi pensionistici. Fra essi ricordiamo la compagnia aerea di bandiera British Airways, la storica casa automobilistica Rolls-Royce Holdings e il canale televisivo ITV, per volumi pari a 1,3 mld di sterline (1,6 mld di euro), 3 mld di sterline (3,6 mld di euro) e 1,7 mld di sterline (2 mld di euro) rispettivamente.
Fonte: Business Insurance